Giorno 18 febbraio la Professione Psicologica compie 35 anni (legge 56/89).
<<Si era ai primi di gennaio 1989 quando Eugenio Calvi, allora Presidente SIPS viene urgentemente convocato alla Camera dei Deputati per un’audizione.
All’audizione erano presenti Parlamentari di entrambe le Camere – Armellin, il senatore Bompiani, e pochi altri – insieme a Pierangelo Sardi che rappresentava l’AUPI, Associazione Unitaria Psicologi Italiani.
Nell’occasione, trovando una grande e inattesa disponibilità, si potettero motivare alcune obiezioni al testo, in particolare per quanto riguardava le Norme transitorie.
Si vedeva approssimarsi il traguardo, e questa volta non era un’allucinazione.
Il 18 gennaio 1989 la Commissione ‘Affari sociali’ della Camera approva il testo predisposto dal ‘Comitato ristretto’ in sede legislativa.
Il professor Bertini, presente nell’anticamera della Commissione, faceva telefonicamente la cronaca della discussione, invero molto animata, che si stava sviluppando; momenti di cauto ottimismo si alternavano ad altri di delusione.
Il testo viene dunque approvato alla Camera e passa al Senato, dove se ne occupa la Commissione ‘Igiene e Sanità’ presieduta dal senatore Zito.
Nemmeno qui mancano i contrasti, ma avvengono sotto l’occhio vigile di Ossicini, e alla fine il testo, identico dunque al quello licenziato dalla Camera, viene approvato.
È il 2 febbraio 1989.
Il ricordo qui si fa commosso: Ossicini, uscendo, a dire il vero un poco stravolto, dall’aula, rimane un lungo momento in silenzio e poi, con un filo di voce, sussurra ‘È fatta, questa volta é fatta’.
Groppo alla gola: ci si abbraccia senza riuscire a dire granché.
Quasi vent’anni di incertezze, di illusioni e di delusioni, di battaglie a volte anche assai aspre, gravide di entusiasmi e di fatiche, finivano qui.>>
(Fonte: LA STORIA DELLA PSICOLOGIA ITALIANA, Catello Parmentola, Psiconline Editrice, 2022)