Si propone, poi, di allargare anche agli Psicologi e Psicoterapeuti la convenzione esterna al fine di garantire in forme ulteriori e concrete ai cittadini l’erogazione delle prestazioni psicologiche e psicoterapiche. Queste le proposte contenute in un documento redatto dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi inviato alla ministra della Salute, al presidente della Conferenza Stato-Regioni ed al Coordinamento degli assessori alla Salute. TESTO
08 LUG – “La formulazione dei Nuovi Lea psicologici rimanda alla necessità di prevedere modelli organizzativi idonei alla loro applicazione nei diversi contesti, nelle diverse fasi dei percorsi diagnostico terapeutici riabilitativi. Per raggiungere una maggiore uniformità ed appropriatezza organizzativa occorre esplicitare dei modelli organizzativi della Psicologia nell’ambito delle Aziende Sanitarie regionali, e soprattutto indicare, in maniera omogenea sul territorio e uniforme a livello professionale, i livelli delle prestazioni psicologiche che devono essere garantite a tutti i cittadini. Appare in questo senso auspicabile la definizione di indicazioni attuative dei Lea mediante una intesa Stato-Regioni nel confronto dei momenti rappresentativi della Professione”.
Questa una delle proposte contenute in un documento su Lea e Psicologia redatto dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi inviato alla ministra della Salute, al presidente della Conferenza Stato-Regioni ed al Coordinamento degli assessori alla Salute.
“Poiché la dimensione psichica è uno snodo fondamentale nell’orientare gli atteggiamenti, i comportamenti, le relazioni e gli equilibri adattativi (ciò che le persone pensano, sentono e fanno) essa è in grado di incidere fortemente nella prevenzione, nella promozione della salute e nella cura e gestione delle malattie. La Psicologia in termini di ‘costi’ – si spiega nel documento – dimostra un elevato ‘value’ per gli interventi psicologici, che sono in grado di generare effetti sulla salute nel breve, medio e lungo periodo con costi che risultano vantaggiosi in termini di risparmi e minori oneri sanitari e sociali che producono. Si tratta quindi di interventi in grado di superare il criterio di sostenibilità e di generalizzabilità”.
Necessità di monitorare l’erogazione dei Lea psicologici. “Attualmente nessuna delle prestazioni psicologiche contenuta nel nomenclatore è oggetto di monitoraggio – si sottolinea -. Inoltre, non ci sono indicatori nell’PNE che prendono in considerazione l’attività psicologica né in ospedale né nei servizi territoriali. L’assenza di misure di monitoraggio e valutazione della attività e delle prestazioni psicologiche rende impossibile dire se i cittadini ricevono effettivamente queste prestazioni garantite dal Ssn, e meno che mai, è possibile fare inferenze sugli aspetti come l’equità e la qualità con cui vengono erogate queste prestazioni. Inoltre questa situazione fa sì che anche se l’attività viene considerata come livello essenziale di assistenza l’attività viene considerata facoltativa in assenza di un monitoraggio o valutazione obiettiva con grandi ricadute sugli investimenti che garantiscono tali prestazioni. Pertanto si ritiene fondamentale e urgente di introdurre nei sistemi di monitoraggio e valutazione dei Lea anche degli indicatori specifici che riguardano l’attività psicologica”.
Le implicazioni più vaste per l’attuazione dei Lea. “La necessità evidenziata di adeguare l’organizzazione delle attività psicologiche nelle Aziende Sanitarie va considerata nell’ambito di una più generale esigenza di sviluppare reti di collaborazione – come peraltro previsto nei Lea – sia verso le professionalità psicologiche presenti in contesti specifici, a cominciare dalle cure primarie, servizi sociali e scuola – spiegano gli psicologi -. E’ infatti evidente come le Aziende Sanitarie siano una componente – rilevante e centrale ma comunque una componente – di una rete sociale chiamata a svolgere un ruolo diffuso di promozione della salute, prevenzione ed intervento su specifiche problematiche, potendo intercettare in modo funzionale le criticità e le potenzialità presenti nei diversi contesti”.
Allargare la convenzione. “In generale si pone poi il problema di allargare anche agli Psicologi e Psicoterapeuti la convenzione esterna, esistendo già quella interna ambulatoriale, al fine di garantire in forme ulteriori e concrete ai cittadini l’erogazione delle prestazioni psicologiche e psicoterapiche. E’ evidente infatti che il necessario adeguamento dei servizi psicologici delle Aziende Sanitarie non potrà esaurire il bisogno di interventi che discende dall’applicazione dei Lea – concludono -. Vanno previste forme di collaborazione con professionisti esterni al SSN in particolare per le attività psicoterapiche e di promozione della salute”.
Fonte: quotidianosanità.it