CASO CALABRIA: il recente articolo sulla stampa nazionale in merito alla drammatica situazione degli Psicologi nei Consultori, chiamati anche impropriamente a lavorare per i Tribunali.
L’Ordine Psicologi Calabria, primo in Italia, è già intervenuto puntualmente sulla questione con il Documento “Sulle prescrizioni psico-giudiziarie da parte dei Tribunali”, per approfondire ed ulteriormente chiarire alcuni aspetti correlati con il diritto alla salute e all’autodeterminazione dei genitori coinvolti nei procedimenti di separazione, divorzio e affidamento, tutelando la cittadinanza e le Psicologhe e gli Psicologi che operano nei Servizi.
Non solo: il recentissimo Tavolo della Psicologia presso il Ministero ha elaborato proprio le linee di indirizzo sul supporto psicologo nel SSN, le quali, non a caso, non prevedono alcuna attività per i Tribunali, così come sottolineato anche dal seguente passaggio dell’articolo de “ilPost” sulle uniche attività che spettano a Psicologhe e Psicologi:
<<Sulla scrivania di una psicologa di un consultorio della provincia di Reggio Calabria c’è un grosso faldone pieno di carte: «Sono sette provvedimenti da valutare per casi di affidamento, ricevuti in una sola giornata», ha spiegato la psicologa, che lavora nel consultorio da 25 anni e dice che sono dieci anni che non vengono assunti nuovi operatori, nonostante i progressivi pensionamenti dei suoi colleghi. Dietro la scrivania c’è un armadietto con dentro altri faldoni di altre pratiche: «Sono casi delicati che comportano colloqui e osservazione pratica: i tempi che abbiamo per valutarli sono impossibili in assenza di un’équipe dedicata, e tutto questo toglie tempo al lavoro di prevenzione che dovremmo fare come operatrici e operatori del consultorio», ha detto.>>