Con riferimento all’inchiesta giudiziaria denominata “Angeli e Demoni” di Reggio Emilia relativa ai presunti affidi illeciti in cui sarebbero coinvolti anche alcuni psicologi, il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria intende effettuare alcune osservazioni che non entrano nel merito della vicenda.
Nell’ambito della psicologia forense, penale e civile, è obbligo da parte di ogni Psicologo, sia che effettui prestazioni d’ufficio sia di parte, attenersi alle best practices individuate dalla comunità scientifica di riferimento.
Infatti, l’art. 5 del nostro Codice Deontologico recita “Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali opera”.
Nell’ambito penale, in riferimento al tema della violenza sessuale su persone in condizione di particolare vulnerabilità, il confronto tra psicologi, medici, avvocati e magistrati ha maturato nel lontano 1996 delle linee guida scientifiche – la “Carta di Noto” – che nel corso dell’ultimo ventennio sono arrivate alla IV versione (2017).
Tale documento è stato valorizzato anche dai contenuti emersi nell’importante consensus conference del 2010 in cui ben sei società scientifiche del settore hanno prodotto delle linee guida nazionali.
La Carta di Noto rappresenta, attualmente, lo strumento metodologico maggiormente condiviso dalla comunità scientifica e dalla giurisprudenza di merito e di legittimità in tema di abusi sessuali sui minori
Dalle notizie diffuse dai mass media in questi giorni emergerebbe che uno psicologo coinvolto nell’inchiesta avrebbe affermato che la Carta di Noto sarebbe stata scritta da “quattro pedofili”, mentre un altro psicologo, anche lui indagato, nel 2018 in un articolo sul suo blog personale ha affermato che la Carta di Noto “porta con sé una parzialità evidentemente funzionale tendenzialmente a garantire l’impunità a priori agli imputati e gli indagati di realtà sessuali”.
Al di là del merito dell’inchiesta, lo ribadiamo, riteniamo inaccettabile che all’interno della nostra Categoria psicologi accusino con gravissime affermazioni altri colleghi.
L’art. 36 del C.D. recita “Lo psicologo si astiene dal dare pubblicamente su colleghi giudizi negativi relativi alla loro formazione, alla loro competenza ed ai risultati conseguiti a seguito di interventi professionali, o comunque giudizi lesivi del loro decoro e della loro reputazione professionale”.
Questo Consiglio tiene, inoltre, a precisare che le responsabilità penali e civili sono sempre personali e mai collettive. L’inchiesta giudiziaria “Angeli e Demoni” che coinvolge alcuni psicologi non può e non deve macchiare un’intera Categoria composta da professionisti adeguatamente formati e preparati che si adoperano giornalmente in ambito psicoforense per tutelare i diritti delle persone vulnerabili.
Catanzaro, 8 luglio 2019
il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Calabria